8 Avril 2024
Autore: Laura Silvestri — Questo lavoro concerne una pratica corporea dell’India meridionale, il kaḷarippayaṟṟụ (pronuncia: kalarippayatt), promosso come arte marziale e praticato in un territorio incluso per la maggior parte nello stato del Kerala, dove è stato sistematizzato e codificato negli anni Trenta divenendone uno degli emblemi culturali. Sfuggendo ai tentativi di categorizzazione, il kaḷarippayaṟṟụ si integra attualmente in diverse logiche sociali, in particolare quelle dello sport, della medicina e delle arti dello spettacolo, e attira sempre più un pubblico internazionale. Lo studio si propone di riflettere sulla pratica, la trasmissione e le rappresentazioni del kaḷarippayaṟṟụ, considerandolo come una disciplina intrinsecamente transnazionale e focalizzandosi specialmente sulle concezioni del corpo soggiacenti. L’etnografia poggia su un’inchiesta condotta nella parte nord del Kerala, utilizzando come principale strumento metodologico l’osservazione partecipante. La fluidità si rivela un’idea chiave di questa disciplina tanto al livello fisiologico, dove si impongono concezioni umorali che attribuiscono un’importanza fondamentale alla corretta circolazione dei fluidi corporei, quanto al livello della pratica, in cui una delle qualità più ricercate è la capacità di muoversi in modo fluido e senza sforzo apparente. La fluidità caratterizza anche le rappresentazioni teoriche, e specialmente le concezioni del corpo, che possono integrare diversi concetti comuni ad altri saperi, in particolare lo yoga, la medicina ayurvedica, la medicina siddha.